La manifestazione #linfanzianonsiappalta del 17 dicembre 2020

Gli esperimenti sulle scuole comunali di cui Pavia non ha bisogno

Dilaga tra i genitori la protesta contro gli annunci vaghi di privatizzazione di parte del sistema d’eccellenza di scuole e asili comunali a Pavia.

Qualche giorno prima di Natale, l’assessore Cantoni, indossati i panni del Conte Mascetti, ha finalmente svelato il suo piano di esternalizzazione del nido comunale e della scuola materna comunale di via dei Pollaioli. Nascondendo una precisa scelta politica (come sottolineato dal telegenico Fraschini) dietro tecnicismi e il mantra dell’innovazione (nel 2020 l’innovazione a Pavia è la modalità ricerca-azione inventata nel 1946…) l’assessore ha sostanzialmente detto che i soldi sono pochi che quindi l’esternalizzazione delle scuole 0-6 è la via maestra.

Ma tranquilli, questa fantastica innovazione sarà affidata ad operatori del privato sociale che garantiranno un servizio di eccellenza, contenendo i costi e garantendo occupazione. Addirittura qualcuno ha detto che i servizi saranno persino migliori. Qualcun altro ha portato ad esempio… l’eccellenza della Sanità lombarda (nel 2020, nel bel mezzo della pandemia).

I consiglieri di opposizione hanno espresso appunto la loro opposizione al progetto con maggiore o minore convinzione ponendo le domande che un po’ tutti ci stiamo chiedendo. Quanto si risparmia? Se si risparmia, Il gestore come si mantiene? Tutto l’arco costituzionale ha strizzato l’occhio ai genitori: chi spronandoli, chi rassicurandoli. Chi bacchettandoli, come l’assessore. 

Al di là di delle decisioni legittime che prenderanno i genitori dei bambini e delle bambine delle scuole comunali, come organizzazione politica presente sul territorio pavese non possiamo evitare di svolgere alcune considerazioni su questa vicenda.

In primo luogo non riteniamo corrette le scelte presentate nel Documento Unico di Programmazione Law and Order del Comune di Pavia. Se la coperta è corta, sicuramente la tutela dell’istruzione pubblica è un settore su cui investire. L’innovazione, quella vera, quella che trova vere soluzioni a problemi esistenti, si fa aumentando gli investimenti, aumentando e migliorando la formazione del personale e con l’adeguamento delle strutture ai nuovi bisogni. Prendere un settore ben funzionante e privatizzarlo a poco a poco sotto il fantomatico titolone dell’innovazione vuol semplicemente dire prendere in giro i cittadini, nella migliore delle ipotesi…

Dal DUP scopriamo che la spesa sul triennio 2021-2023 per la Polizia Locale (Missione 3) sarà di 17.239.911,22 € (pag. 204), mentre quella per l’Istruzione prescolastica (Missione 4 – programma 01) calerà di anno in anno per un totale di soli 10.711.717,85 €  (pag. 209). 

Al sindaco e alla giunta, grandi innovatori, potremmo consigliare alcune letture interessanti sul fallimento delle politiche della cosiddetta “finestra rotta” già fallimentari nella New York degli anni Ottanta del Novecento. Se si investisse davvero sulla scuola, sui progetti sociali, sulla valorizzazione delle iniziative che nascono sul territorio (qualcuno ha detto Giocanda?), sull’inclusione, forse non ci sarebbe bisogno di investire così tanto denaro pubblico nelle politiche di questa suicida “sicurezza”. Invece a Pavia si sceglie di abbandonare tutto per potersi poi lamentare che tutto è abbandonato e reagire con il pugno di ferro. I vincoli di spesa sono reali e di questo dobbiamo ringraziare anche i governi nazionali di centrosinistra e la cieca infatuazione per l’Unione Europea.

Ma torniamo all’istruzione comunale. Perché iniziare questa sperimentazione proprio in questo anno così difficile per tutti, anche per giovani cittadini e cittadine? Forse perché, come la storia ci insegna, quando la gente è già sotto shock è meno propensa a battersi? Perché ci sarà sempre qualcuno pronto a dire «Ma con tutto quello che sta succedendo, dobbiamo anche protestare»? Chissà… Però il sospetto viene.

Ci si pone qualche interrogativo anche sulla scelta dei poli da coinvolgere in questa sperimentazione. Erano in ballottaggio il Borgo e San Pietro. Ha vinto Sanpé, probabilmente per una botta di fortuna, visto che la relazione tecnica non spiega molto in tal senso. E non fate i maliziosi! La sezione primavera, che sarà a gestione privata, sarebbe grande uguale in entrambi i poli! Forse si è deciso di appaltare tutta Pavia Est, visto che è di pochi giorni fa la notizia dell’intenzione di creare un bel supermercato nel quartiere al posto di un’auspicata piazza o centro di aggregazione. Ma se l’idea di decoro della giunta è quella che abbiamo detto…

L’ultimo dubbio che rimane è sul significato della “sperimentazione”. Se a quanto ci dicono sappiamo già che il bilancio comunale non permette di assumere molte unità di personale e che la situazione non è prevista in miglioramento (oltre il 57% dei dipendenti comunali ha più di 50 anni di età), cosa vuole provare questo esperimento su cavie umane? Forse verificare se si riesce a far accettare alla cittadinanza che progressivamente l’istruzione comunale 0-6 verrà smantellata a favore di qualche cooperativa scintillante? Magari qualcuna di quelle che ha un livello di anzianità media dei dipendenti di 2,5 anni? Chissà.

Questa battaglia non può essere una battaglia legale. Deve essere una battaglia per una visione della nostra città. Una battaglia che porti al primo posto coloro che la città la vivono, che offra servizi pubblici a tutti i cittadini e che tutti i cittadini possano intervenire nella gestione e nella pianificazione. 

Questa è una battaglia politica, che va combattuta nelle strade e nelle piazze, come abbiamo iniziato a fare con la manifestazione del 17 dicembre. Il primo passo urgente è quello di raccogliere ancora più firme, su carta, sulla base di una nuova, più stringente, petizione da presentare alla giunta. Questo progetto non può passare.

Perché l’istruzione non si appalta.

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