Prima manifestazione di Pavia Est si MuovePrima manifestazione di Pavia Est si Muove

Fracassi circondato dalle proteste: deve arrendersi!

Nelle ultime settimane si sono moltiplicate le proteste a Pavia contro decisioni urbanistiche e provvedimenti su scala comunale che disegnano una città sempre più grigia.

A Pavia Ovest (Cascina Pelizza) un comitato di residenti lamenta lo sblocco di nuove costruzioni che andrebbero a cementificare altre zone verdi. In tutta risposta, scoppia un misterioso incendio che riduce in cenere proprio la principale zona verde che i residenti volevano salvare: il boschetto di via Marangoni.

A Pavia Nord (via Olevano) un altro comitato di residenti protesta per difendere una zona verde in via Cerise, adiacente al Parco della Vernavola, che il sindaco Fracassi vorrebbe cementificare per trasferirci la caserma dei pompieri. Nonostante l’interesse a traslocare in fretta (dovuto a motivi di carriera) del comando dei vigili del fuoco, per gli stessi pompieri quella posizione sarebbe scomoda per ragioni di viabilità.

A Pavia Est (S. Pietro) un terzo comitato di residenti sta raccogliendo firme e ha già organizzato una prima manifestazione contro la costruzione di un nuovo supermercato MD, soprannominato “ecomostro” per gli effetti che avrà sull’aumento del traffico su viale Cremona. Invece di supplire alla storica carenza di servizi del quartiere si va a peggiorare la situazione spostando un supermercato in mezzo alle case (l’MD già esistente in fondo a viale Cremona verrebbe chiuso).

Infine, le misure repressive applicate soprattutto nel centro storico contro la movida hanno suscitato una reazione contraria, con la formazione di un embrionale Comitato Pro Movida. Dopo oltre un anno di restrizioni alla vita sociale dovute alla pandemia, una giunta guidata dalla stessa Lega che a livello nazionale si opponeva anche alle misure sanitarie più razionali nel nome della totale deregulation, ha imposto orari anticipati di chiusura a tutti i locali pubblici (tranne le sale slot…), ha proibito fin dal pomeriggio il consumo di alcolici fuori dai locali stessi, ha proibito di sostare in piazza Duomo senza consumare.

Il tratto comune di queste situazioni diverse è sempre lo stesso: decisioni calate dall’alto sui territori che vanno a garantire interessi ristretti, ma forti, colpendo interessi diffusi, ma deboli, e che vanno a dissipare risorse immateriali ma comuni come il verde, la viabilità, la salute, la vivibilità, la socialità. Il modello è quello del “produci-consuma-crepa”, in nome del quale si giustificano il consumo di suolo, l’aumento del traffico e dell’inquinamento, l’obbligo di consumare pagando caro ogni volta che si esce per poi tornare a casa presto.

Secondo noi queste lotte vanno raccordate tra loro per costruire una proposta complessiva di resistenza e di alternativa. Fracassi e gli interessi che rappresenta possono essere sconfitti! Proponiamo:

  • Stop davvero al consumo di suolo. La città è piena di aree dismesse abbandonate a sé stesse o alla speculazione privata. Le si usino per servizi pubblici, spazi di socialità, nuova caserma dei pompieri ecc.
  • Blindare le zone verdi. L’area verde di via Cerise sia annessa al Parco della Vernavola, le altre zone verdi della città siano sottratte al rischio di cementificazione.
  • Fermare la grande distribuzione. Alla città non servono altri supermercati e centri commerciali, che non producono nuova ricchezza né benessere sociale. Il nuovo MD in viale Cremona sia fermato dal Comune acquisendo l’area che va destinata a una nuova piazza pubblica.
  • Ridurre il traffico e l’inquinamento. Gli abitanti di Pavia e provincia vedono la loro speranza di vita drammaticamente ridotta a causa dell’inquinamento. Il minimo che si può fare è privilegiare in ogni occasione ciò che riduce il traffico veicolare, favorire forme di trasporto più ecologiche come la bicicletta e il trasporto pubblico, pedonalizzare nuove aree. Siamo in emergenza: ogni intervento urbanistico che aumenta il traffico, come i tre contestati dai comitati, va messo in moratoria.
  • Salvare l’ecosistema studentesco. Pavia è abitata da 25mila studenti universitari. L’università di Pavia è una di quelle con studenti a più basso reddito, grazie anche al sistema di welfare studentesco basato sui collegi che viene oggi messo in discussione dalla Regione. Fa parte dell’accoglienza verso questi studenti a basso reddito garantire che il centro storico resti uno spazio comune e libero, senza restrizioni che obbligano a consumare nei locali.
  • Libertà di uso gratuito del centro storico. Il centro storico è di tutti, non solo di chi se lo può permettere. Deve essere libero l’accesso a ogni zona del centro inclusa piazza Duomo, deve essere libera la possibilità di consumare da asporto in qualsiasi orario. Bagni pubblici e altri servizi essenziali devono essere accessibili gratuitamente a chi esce la sera.
  • Tagliare gli sprechi “per la sicurezza”. Trattare la vitalità soprattutto giovanile come se fosse soltanto il brodo di coltura del vandalismo crea una città morta e ostile, dove si spendono 40mila euro in inutili “telecamere intelligenti” per piazza Vittoria, dove si obbligano i locali a pagare guardie private (“steward”), mentre si cancella un evento culturale e giocoso di massa come Giocanda che era praticamente a costo zero per il Comune. Questo piace a un partito come la Lega di Fracassi perché ne rappresenta le stesse basi culturali, ma anche le giunte di centrosinistra hanno alimentato l’ossessione securitaria e antigiovani (vi ricordate la giunta Capitelli?). Basta sciupare denaro pubblico per una campagna elettorale permanente a suon di telecamere, guardie e divieti!
  • Lotta intelligente alle dipendenze (tutte!). La retorica contro l’alcool è usata strumentalmente da questa giunta e dai comitati antimovida, ma le dipendenze sono un problema che noi prendiamo seriamente. Il proibizionismo non funziona con le sostanze, il cui abuso va combattuto semmai con campagne di informazione ed evitando la criminalizzazione dei consumatori. Degli alcolici in particolare è del tutto possibile un uso moderato e comunitario che non porta alla dipendenza. Immaginare la movida solo come occasione di consumo frettoloso di superalcolici nei locali più cari non è una soluzione ma è parte del problema. L’ipocrisia di Fracassi sull’argomento delle dipendenze si vede (oltre che dalle note vicende di una sua ex assessora) dalla generosità che dimostra la giunta verso una delle peggiori dipendenze: quella dal gioco d’azzardo. Le sale slot possono restare aperte quando i locali chiudono e sono state addirittura finanziate dal Comune come compensazione per i danni subiti durante la pandemia. Noi siamo invece per escogitare modi per chiuderle e per rimuovere le slot machine da bar e tabaccherie.
  • Più cultura e più socialità. Concentrare la movida nel tempo e nello spazio esasperando i giovani con controlli e criminalizzazione sembra una ricetta pensata apposta per aumentare i problemi. Vanno invece rimosse le chiusure anticipate e attrezzate nuove zone in cui la socialità possa espandersi. Il Castello Visconteo e il suo fossato devono tornare a ospitare eventi, concerti e festival. Va trovata un’alternativa (non a Borgarello!) alla chiusura di Spaziomusica. Va ripristinata Giocanda con patrocinio comunale. Va recuperato l’ex arsenale. Va creato lo spazio giovani, anche serale e notturno, nell’ex mercato ipogeo. Vanno allestite sale comunali gratuite per eventi culturali come presentazioni di libri, dibattiti e proiezioni.

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