Controlli in piazza Vittoria

Guerra ai giovani col pretesto del virus

Il sindaco leghista Fracassi, che appartiene allo stesso partito che da settimane chiede la riapertura generalizzata dei posti di lavoro, noncurante dei rischi sanitari per i lavoratori, ha avuto un’altra delle sue trovate: perché non sfruttare cinicamente l’epidemia di COVID-19 per pagare una “cambiale elettorale” ai gruppi di pressione anti-movida? Ricordiamo che il comitato anti-movida istituito da alcuni facoltosi abitanti del centro aveva avuto la faccia tosta, in pieno lockdown, di augurarsi sul giornale locale che il mortorio (si può ben chiamarlo così…) durasse anche dopo la fine dell’epidemia.

L’ordinanza del 5 giugno vieta di stazionare, seduti o in piedi, in quattro zone della città:

  • il Ponte Coperto
  • la scalinata del Duomo
  • la scalinata del Carmine
  • la scalinata di S. Teodoro

La chiusura serale della scalinata del Duomo è una storica richiesta dei comitati anti-movida (che aveva proposto idranti sui giovani riottosi e addirittura la costruzione di una cancellata!) e della lobby più forte che chiede da anni la repressione della socialità giovanile in città: il Vescovado. Il vescovo abita proprio in piazza Duomo e la diocesi difende il suo interesse economico: tutta quella zona è piena di appartamenti e immobili di proprietà della Chiesa Cattolica, che si ritiene perdano di valore se giovani squattrinati si aggregano lì attorno la sera.

L’aggiunta di S. Teodoro è particolarmente assurda, visto che questa “scalinata” è composta da tre scalini dove al massimo può “assembrarsi” una coppietta, che d’altronde avrebbe già il permesso di “congiungersi” anche indoor da maggio.

La motivazione sanitaria di questo provvedimento è chiaramente pretestuosa: gli assembramenti eccessivi, che pure sono un problema reale visto che il virus non è ancora stato sconfitto, avvengono anche altrove, e riducendo i luoghi di socialità si otterrà soltanto di concentrare maggiormente i giovani nei luoghi rimasti; i bar e i locali sono aperti ed è possibile anche sedersi al chiuso, dove il rischio di contagio è molto maggiore; più in generale, l’enfasi sui contagi all’aperto è poco scientifica e serve a far passare sotto silenzio che da più di un mese ormai hanno riaperto tutte le fabbriche e i posti di lavoro, con conseguenze ben più serie della movida sulla rete dei contagi.

Del resto, l’ordinanza stessa mette al primo posto altre motivazioni, mescolate a casaccio a riferimenti al COVID-19. Si dice che il libero accesso a questi luoghi dà «occasione di bivacco» (mangiare e bere è forse proibito? non tutti i giovani possono permettersi di cenare da Bardelli), «situazione che si ripercuote sul decoro urbano e sulla corretta preservazione del bene storico culturale». A quanto pare, bere un’aranciata sul Ponte Coperto (inaugurato, ma forse Fracassi non lo sa, nel 1951) lo farà crollare. I giovani seduti di fronte alle chiese, invece, generano gruppi «sovente caratterizzati da schiamazzo, con concomitante offesa al valore culturale del luogo», da che scopriamo che il valore culturale di una chiesa consiste nel silenzio serale sul suo sagrato, e anche qui «con pregiudizio al decoro e alla vivibilità urbana». La vita concreta di persone in carne ed ossa nel centro storico è così contrapposta al concetto astratto di «vivibilità» che consisterebbe in buona sostanza nel silenzio e nella morte.

Sull’uso della parola senza significato «decoro» ha scritto studi interessanti Wolf Bukowski (l’ultimo è La buona educazione degli oppressi, che è stato anche presentato a Pavia nel 2019), che ha mostrato il carattere classista e autoritario di questo concetto e del suo uso nel discorso politico in Italia. Lo abbiamo interpellato per un commento sull’ultima ordinanza di Fracassi:

«Questa gente è pericolosa. Parlo non di chi finalmente pratica un po’ di socialità, oltretutto all’aperto dove il contagio è assai poco probabile, ma dei politici che guardano alla pandemia con gli occhiali del “decoro” creando polverone e confusione. Questi politici sovrappongono alle precauzioni sanitarie la loro misantropia, svilendo così le giuste precauzioni, riducendole a null’altro che a un pezzo dell’ennesima ridicola crociata del “decoro”. Chiunque tenga a precauzioni sanitarie razionali deve strapparne di mano l’applicazione a questa gente.» (Wolf Bukowski, comunicazione personale)

Nel caso in questione, è evidente che impedire l’utilizzo di spazi pubblici all’aperto, tentando di costringere la socialità giovanile all’interno dei circuiti commerciali dei locali del centro, colpisce sproporzionatamente le fasce meno abbienti, oltre a propugnare una visione consumistica del tempo libero, secondo la quale ogni socialità fuori dal mercato è deviante e criminale. Il principale obiettivo del provvedimento sono gli studenti fuori sede: infatti, l’ordinanza vale fino al 31 luglio, ultima data in cui si trovano solitamente ancora in città gli universitari da fuori Pavia. Questa categoria va bene finché è carne da affitto e clientela garantita per cocktail costosi, ma gli stessi padroni di casa e commercianti del centro la vedono come il fumo negli occhi quando chiede di poter vivere la città.

Si considera indecorosa e sospetta qualsiasi iniziativa che non risponda esclusivamente a logiche immediate di profitto. Si fa la guerra a qualsiasi spazio di socialità alternativo o gratuito (ricordiamo l’imboscata di Fracassi contro Giocanda), per poi reprimere chi “bivacca”. Non ci sono spazi né politiche sensate per i giovani, né politiche culturali di ampio respiro (ricordiamoci del grande flop della misera mostra sulla Gioconda).

Questa ordinanza va fatta saltare e crediamo sia opportuno che le organizzazioni giovanili della città si pronuncino e la contrastino con i mezzi necessari, incluse proteste di piazza. La gestione politica delle emergenze in una società divisa in classi comporta sempre rischi di deriva autoritaria, che solo la consapevolezza e la partecipazione dei giovani e dei lavoratori possono scongiurare.

1 commento

  1. La parte drammatica di questa situazione non è altro che la ipocrita condotta dei cittadini residenti, che vanno in chiesa e discrimina anche al cristiano di fianco, incominciando del capo della diocesi che sostiene i legaioli, lo ha fatto prima e continua adesso, purtroppo siamo tra mafiosi, integralisti e retrogradi; chi vuole manifestare con senso critico e indipendente riesci a scontentare dx e sx paritariamente, oltre i populisti e buonisti quindi siamo sempre i soliti predicatori nel deserto.e condannati a eterna minoranza.. E in quanto ai giovani e future generazioni, il buon giorno se vedi dal mattino, guardate bene FFF e altri.

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